Ars Historica SSD

Achille Marozzo

«Havendo io già gran tempo dato principio a questa mia piccola operetta, poco ornata nel vero, ma, se io non m’inganno, utile molto per ciò che in quella ordinatamente ragiono, degli avisi & accorgimenti che nel trattare ogni maniera d’arme cagiono, le quali cose come che ad ogni secolo si trovino essere state lodevoli, assai pure al nostro per lo pessimo uso di quelle a conservation del suo honore adoperate, si può dir che sommamente bisognevoli si dimostrino; havendo dico io infin dalla mia prima giovinezza questa opera incominciata, io mi sono indugiato infino a questa mia ultima età a darle l’estremo compimento & a mandarla fuori a commune degli huomini notitia & utilità, acciocchè in quello mi potesse venire riposte non solamente le cose che in quest’arte mostrate mi furono dal nobilissimo operatore di quella, Maestro Guido Antonio de Luca bolognese, della cui schola si può ben dire che sieno più guerrieri usciti che del Troiano Cavallo non si soleva dir che fecero, & tutte quelle che da qualunque altro in ogni guisa apparare havea, male da me trovate anchora & le quali la experientia, certissima prova delle cose, più volte verissime esser confermato m’havea...»

Achille Marozzo è stato il più importante Maestro d’Arme italiano del XVI secolo. Figlio di Lodovico Marozzo, nacque a Bologna nel 1484 da una famiglia originaria della vicina San Giovanni in Persiceto, e trasferitasi nel capoluogo felsineo un secolo prima (precisamente nel 1385) dopo aver ottenuto la cittadinanza bolognese grazie a dei cugini. Achille Marozzo apprese il mestiere delle armi dal rinomato Maestro di scherma Guido Antonio di Luca, presso il quale studiarono nel medesimo periodo due famosi capitani di ventura che plasmarono con le loro eroiche imprese la storia d’Italia: Giovanni dalle Bande Nere e il conte Guido Rangoni. 

Messosi in proprio, il Maestro Marozzo aprì una scuola di scherma presso i locali ottenuti in enfiteusi dai frati benedettini dell’Abbadia, ex Chiesa dei Santi Naborre e Felice (attuale Centro Militare di Medicina Legale), lungo il Canale di Reno (oggi situata in Via Riva di Reno nel Quartiere Porto). Si trattava delle medesima contrada di Bologna ove il maestro risiedeva e possedeva un opificio per la lavorazione della seta. Infatti, viene citato in una delibera del comune di Bologna, datata 9 giugno 1531, dove ad “Achilli de Marociis quondam Ludovici artis gladiatorie magistro” venne concesso il permesso di edificare un mulino per estrarre precisamente due once e mezzo d’acqua dal fiume Reno con la finalità di alimentare un filatoio costruito nella propria casa sita in “cappella Sancti Felicis”.

Al momento della pubblicazione del suo trattato, precisamente avvenuta il 23 maggio del 1536, presso le stamperie dell’abate don Antonio Bergola in quel di Modena, Marozzo ha raggiunto ormai i 52 anni. Gli insegnamenti esposti nel suo trattato sono il frutto di una tradizione secolare ininterrotta ricevuta per mano del Maestro Guido Antonio de Luca, figura talmente rinomata da aver reso Bologna un punto nevralgico in tutta Italia per coloro che praticarono professionalmente il mestiere delle armi, così come per chi necessita solamente dei corretti rudimenti nell’uso delle armi bianche, in un tempo in cui avere una spada era di fondamentale importanza.

Le parole spese per il suo Maestro, oltre ad essere sincere ed obbiettivamente veritiere, confessano l’idea che solamente gli insegnamenti da lui ricevuti si sono dimostrati utili a dispetto di altri maestri con cui il Marozzo è entrato in contatto.

Il trattato di scherma in questione è intitolato “Opera Nova”, è dedicato al già menzionato condottiero e conte Guido Rangoni, una delle figure di spicco nella turbolenta Italia di inizio ‘500. Proprio nelle cronache modenesi di Tommasino de’ Bianchi detto de’ Lancellotti viene riportata la visita di Marozzo allo stampatore, affermando di lavorare al trattato sin dal 1516.

«Lunedì a dì 22 mazo. Magistro Achille Marozzo bolognese al presente maestro de giochare de scrima in Modena, ha fatto stampare uno libro in quarto de carte 156 intitulato al Illmo Sig. Conte Guido Rangon zentil homo modeneso, el quale libro tratta de tute l'arme et abatimenti da pede e da cavallo, et de molte prexe da pugnale, como per le figure in ditto libro appare con le guarde da tute le arme et li lhori modi, et che tratta de casi ocurenti al combattere in stechade, el qualo lo ha fatto stampare in Modena in casa de don Antonio Bergollo, e a lui proprio preto modenexo del anno presente 1536 a dì 24 mazo, e lo ditto M. Achille è de età anni 52 e dice havere principiato ditto libro et opera sino del 1516; e io Thomasino Lanciloto modenexo l'ho veduto questo di 22 ditto mazo finito de stampare; e perchè la opera è degna de memoria, per questo io l'ho notato in questa mia cronicha.»

Achille ebbe un figlio di nome Sebastiano (probabile curatore delle ristampe successive del trattato e della nuova edizione del 1568) a cui si rivolge nell’introduzione. Allievi noti del Marozzo, furono Giovanni Battista dai Letti e Giacomo Crafter d’Agusta così come altri vari capitani di ventura menzionati nel suo testo. 

Campagna iscrizioni 23/24

Anche quest’anno sono aperte ufficialmente le iscrizioni per l’anno accademico di scherma storica. Se sei interessato a parlare con uno degli istruttori per l’open day scrivici in direct tramite i nostri social che trovi di seguito!