Ars Historica SSD

Guido Rangoni

«Et quantunque in conducere suo fine la detta impresa per le sopradette cagioni mi sieno venute molte & molte fatiche durate, pure hora d’una deliberato mi trovo, perciocchè volendo io consecrarlo ad alcuna quasi terrena deità, sotto il cui favor possa sicuro, come dicono, da gli invidiosi morsi andar per le mani degli huomini & alle vegnenti età passare, a me non sarà di mistiero che io troppo m’affatich’in eleggere a qual de molti, ciò piuttosto far mi debbia, e par a molti di coloro che ciò hanno a fare soglia quasi per costume adivenire, perchè a quale altro potrei io meritevolmente mandarlo più che a voi, Magnanimo & Magnifico S. Conte Guido, che non pur della chiarissima Rangona famiglia, producitrice di tanti famosi valent’huomini & dell’arme d’Italia, ma di quelle di tutt’Europa & di tutta la christiana cavalleria, siete lo splendore dirittamente & la chiarezza, & del quale, o più valoroso Duce, o più savio Cavallier per molto tempo ch’io m’habbia non hanno gli occhi miei anchora veduto.»

Il Conte Guido Rangoni nacque nel 1485 a Modena, e fu tra le altre cose Marchese di Longiano e Savignano, Signore di Cordignano, e Cavaliere dell’Ordine di San Michele.

Nel trattato “Opera Nova”, stampato proprio a Modena nel 1536, Achille Marozzo lo menziona come studente di scherma sotto il suo Maestro Guido Antonio di Luca, molto probabilmente durante la prima decade del 1500, dando al Rangoni un così alto riconoscimento di stima tale da chiamarlo patrono, con tanto di dedica nel proemio della sua opera. E’ storicamente risaputo come il conte Guido Rangoni, oltre ad essere un accurato mecenate, fu un influente ed importantissimo condottiero della turbolenta Italia rinascimentale, le cui gesta ebbero il loro impatto sulle questioni politiche e belliche tra l’area veneta ed emilio-romagnola. Suo padre, Niccolò Maria Rangoni (1455 – 1500) fu anch’egli un condottiero. Mentre sua madre, Bianca Bentivoglio (appartenente alla più importante famiglia di Bologna) fece sì che la sua discendenza nobiliare lo legasse per sempre agli intricati avvenimenti che caratterizzarono la città felsinea contro la suddetta famiglia.

Alla morte del padre, Guido gli subentrò quale capitano al servizio sia dei Bentivoglio sia degli Estensi: nel 1500 otteneva infatti la prima condotta da Giovanni II Bentivoglio, allarmato per l’avvicinarsi alle terre bolognesi di Cesare Borgia; l’anno successivo accompagnava a Roma il cardinale Ippolito d’Este e presenziava in Ferrara alle nozze tra Alfonso d’Este e Lucrezia Borgia. La cattiva condotta politica dei Bentivoglio costò però caro a Guido, scombussolando la rete delle alleanze tessute dal padre. Nel 1506, a seguito dell’infame strage dei Marescotti, il popolo di Bologna insorse contro Giovanni II Bentivoglio e consegnò la città alle truppe di Papa Giulio II. Guido ripiegò su Ferrara con i congiunti materni e supportò Annibale II ed Ermes Bentivoglio nella tentata riconquista del potere una prima volta nel 1507 ed una seconda nel 1508. La scelta filo-Bentivoglio costò al Rangoni nel 1507 la perdita del supporto degli Estensi e nel 1508 una scomunica direttamente dal vendicativo pontefice Giulio II. Tra i due risvolti negativi, la peggiore fu sicuramente l’inimicizia che si instaurò col signore di Ferrara, tradizionale protettore del casato Rangoni.

Rimasto privo di appoggi, il capitano Rangoni scelse così di legarsi alla Repubblica di Venezia, per conto della quale già il padre aveva tenuto il feudo di Cordignano, poi confermato per eredità dai veneti al figlio Guido. Il Rangoni combatté per la Serenissima contro le truppe della Lega di Cambrai, voluta da Giulio II ed alla quale aderivano anche i parenti Bentivoglio, ora sotto la protezione del Regno di Francia. Nel 1509 partecipa attivamente alle lotte intorno a Padova. L’anno successivo torna in territorio emiliano con Giovanni Vitelli per la tentata conquista di Modena in agosto ma ripiega sul Veneto per difendere Montagnana e prendere parte alle operazioni intorno a Verona nel 1511, quando la Lega si è ormai sciolta ed il Papa si è alleato alla Serenissima nella Lega Santa anti-francese, restando al soldo di Venezia nonostante lo zio Annibale II Bentivoglio, tornato signore di Bologna grazie all’appoggio di Luigi XII di Francia, gli abbia offerto il comando delle truppe bolognesi. Per tutto il 1512 guida le sue truppe mercenarie contro i francesi (scorta spesso con i suoi cavalieri le artiglierie al campo veneto presso Brescia), militando sotto Giampaolo Baglioni e stringendo solida alleanza con il provveditore generale Paolo Capello. La posizione di Guido, nonostante gli appoggi, è precaria presso il Consiglio dei Dieci: se è vero che la sua condotta è ineccepibile e che suo fratello Francesco Rangoni milita insieme a lui per la Serenissima, il fratello minore, Annibale, è ora al soldo di Annibale II Bentivoglio alleato della Francia. Nel 1513 il conte Rangoni fa omaggio al nuovo Papa Leone X ma torna poi al servizio di Venezia, ora alleata della Francia contro il papa, con le sue 88 lance. Si distingue tra i capitani al servizio del condottiero Bartolomeo d’Alviano e figura tra le sue avanguardie nella disastrosa Battaglia de La Motta contro gli spagnoli del viceré di Napoli Raimondo de Cardona, portandosi poi a Padova con i rimasugli dell’armata veneta.

Infine, nel 1514 Guido Rangoni passa al servizio di Leone X. Nel dicembre del 1539, Guido si spense a Venezia. Venne sepolto nella Basilica dei Santi Giovanni e Paolo. 

Campagna iscrizioni 23/24

Anche quest’anno sono aperte ufficialmente le iscrizioni per l’anno accademico di scherma storica. Se sei interessato a parlare con uno degli istruttori per l’open day scrivici in direct tramite i nostri social che trovi di seguito!