Targa

La targa, detta anche targhetta da pugno per differenziarla dal punto di vista terminologico con l’imponente targone da imbracciare, consiste in un altro tipo di scudo piccolo da impugnare, di dimensioni variabili ma solitamente simili a quelle di un brocchiere largo, di forma quadrata o rettangolare, comunque squadrata, ma dalla superficie spesso ondulata o piegata in vari modi. Come per gli altri scudi utilizzati durante il Rinascimento, i reperti museali giunti a noi testimoniano i vari materiali usati, tra cui una composizione di più strati in legno ripiegato, carta pressata ricoperta di cuoio, oppure il più solido metallo.

Di probabile origine germanica, la targa da pugno pare essersi diffusa successivamente nei territori dei franchi, per arrivare poi in Italia assieme a quelle migrazioni che hanno visto numerosi uomini d’arme varcare le Alpi per giungere in territorio italiano, alla ricerca di nuove occupazioni come mercenari al servizio di qualche facoltoso signore.

Di larghezza a metà tra il brocchiere piccolo e la rotella, la targa è sicuramente uno dei principali strumenti difensivi da abbinare alla spada da lato. Dal punto di vista del suo utilizzo, questa non si discosta molto nelle funzionalità dal brocchiere se non per via di quelle accortezze che danno ragione di esistere all’uso della targa. Il brocchiere, strumento sicuramente utile, per via della sua conformazione tonda, sia per quanto riguarda la coppola sia per la penna, non previene del tutto il rischio che i colpi dell’avversario possano scivolare verso la propria persona e recare comunque danno. Al contrario, la forma rettangolare con superficie ondulata della targa permette di far scivolare i colpi dell’avversario fuori la propria figura grazie agli angoli spioventi sui bordi, assenti nella forma circolare del brocchiere, oltre che la conformazione ripiegata di intrappolare del tutto l’arma dell’avversario. Queste volute accortezze rendono difensivamente la targa uno strumento assai più efficiente del brocchiere.

Mentre per quanto riguarda andare a difendere la mano armata, bloccare con forza il braccio dell’avversario a gioco stretto impedendogli di agire, proteggere la testa quando si porta un attacco in direzione delle sue gambe, ecc., la targa non si discosta dal medesimo utilizzo strategico già intravisto nel brocchiere largo. Tant’è che lo stesso Achille Marozzo dedica all’uso della spada accompagnata alla targa addirittura ben due Assalti.

«In questo primo assalto non ho voluto mettere più cose, perchè saria stato troppo volume a scrivere, ma dietro al secondo tu troverai de molti amaestramenti de l’arte della spada da filo con targa in mano, con le sue guardie e con li nomi, pro e contra; e questo ho fatto perchè se tu volessi insegnare ad altrui che tu non possa fallare.»

Essendo l’uso della targa ormai l’ultima forma di combattimento che vede impegnata la spada da lato nel libro “Opera Nova”, prima di incentrare gli insegnamenti ancora più impegnativi sulla spada a due mani, quello che il Maestro Marozzo mostra in questi due Assalti di spada e targa è un enorme riepilogo di azioni già mostrate precedentemente con gli altri accompagnamenti, senza però esser meno nell’esporre nuove particolarità strategiche utili per arricchire il bagaglio tecnico del combattente.